Calvados è un personaggio che, all'interno dell'Organizzazione nera, è ricorrente per via dei pensieri che fanno su di lui Chianti e Korn. Nella storia non lo si vede se non una sola volta in cui è emerso che è un uomo di corporatura media con carnagione pallida e solitamente vestito con un trench verde scuro.
Caratterialmente sembra una persona spietata, pronta ad uccidere chiunque senza porsi il minimo di problema. Allo stesso tempo risulta molto legato all'Organizzazione alla quale è così leale da decidere di suicidarsi pur di non farsi interrogare. Il suo punto debole, come altri suoi colleghi pensano, è sicuramente l'amore che ha per Vermouth e che a detta di tutti gli è costato la vita.
Cose che non tutti sanno su Calvados
– Calvados prende il nome da un'acquavite francese
– La sua arma preferita, a detta di Vermouth è il fucile da caccia.
– Calvados è da sempre innamorato di Vermouth.
– Benchè non si sappia molto del suo passato, dalle reazioni che Korn e Chianti hanno avuto riguardo la sua morte, si pensa che i tre fossero in qualche modo amici.
– Nel manga il suo volto non viene mai mostrato. Appare una volta nell'anime ma per decisione degli autori e non del creatore della serie. Non si sa quindi se questa è l'immagine che Aoyama aveva scelto per lui.
Analisi del personaggio
Calvados è un personaggio che, nella serie di Detective Conan, vive attraverso i ricordi dei suoi colleghi. Nella storia, infatti, si trova a morire presto per salvare i membri dell'Organizzazione. La sua morte porterà ad una sorta di spaccatura in quanto sia Korn che Chianti prenderanno in odio Vermouth, considerandola responsabile della sua morte.
La donna, infatti, consapevole di interessare al cecchino, lo aveva invitato a seguirla in missione salvo poi abbandonarlo quando le cose si sono messe male. Per questo motivo sia Korn che Chianti la odiano al punto da volerla uccidere e se non lo fanno è solo perché sono amaramente consapevoli che la donna è la preferita del Boss.
Le poche cose che si sanno di Calvados, quindi, non sono espresse da lui in prima persona ma riportate dai colleghi che ogni tanto lo ricordano attraverso pensieri o aneddoti.
