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Aspettando Twin Peaks perché non (ri)vedere Mulholland Drive?

Giuseppe Gariazzo Marzo 25, 2017

Per gli appassionati di cinema, di serie televisive, di David Lynch, maggio 2017 sarà un mese speciale con la messa in onda, dal 21, della terza stagione di Twin Peaks, composta di 18 episodi. Con fiuto commerciale, per colmare l'attesa, stanno ri-uscendo in dvd alcuni film del maestro della suspense visionaria. Tra questi, Mulholland Drive che Lynch presentò in concorso al festival di Cannes nel 2001 (ricevendo solo la palma per la migliore regia). Un film proveniente dal futuro, dal punto più nero-luminoso dell'universo. Un'opera di enorme complessità semantica dal 22 marzo 2017 in edizione speciale in dvd. "Una storia d'amore nella città dei sogni", la definì Lynch. Ed è lì, nella città dei sogni (e degli incubi) che prende forme sempre mutanti una storia d'amore e di identità irraccontabili, che sarebbero distrutte nella (comunque ardua se non impossibile) spiegazione di una trama fitta in spostamento dentro molteplici dimensioni mentali. Ci troviamo, dunque, negli strati più intimi e profondi del cinema di David Lynch, negli spazi di una stanza della mente da dove far ripartire le ossessioni di sempre. Dai cortometraggi degli esordi a Eraserhead a tutti i testi successivi di durata, formato, destinazione differenti.

In quegli spazi gli oggetti e i corpi assumono nuove sembianze, sprofondati in sconfinamenti fisici e mentali ancora una volta da una strada principale (Strade perdute, Una storia vera…). In Lynch, si sa, non bisogna mai smettere di cercare percorsi alternativi. Mulholland Drive spiazza, produce incubi e comicità, deliri pulp e immersioni nel nero, si tinge di commedia (contro Hollywood), di musical dalla grafia sperimentale e astratta, di incubi che trovano connessione con la pittura. E' un viaggio infernale e angelico che cerca il silenzio alla fine del tragitto, quello – richiesto, con il senso di una preghiera laica, da una voce-corpo femminile in stato di trance – che deve custodire l'immagine finalmente riposata. Nella parola "Silenzio", parola che trafigge e libera, detta in una lingua latina, c'è il senso ultimo e originario del viaggio, che già contiene molteplici derivazioni per ulteriori deviazioni di percorso. Non finirà mai di stupire e di spargere nuove tracce, Mulholland Drive.

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