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L’inganno: w il cinismo di Sofia Coppola

Andrea Piva Ottobre 16, 2017

Come trasformare un film in cui per novantatré minuti succede poco o nulla in un'opera capace di attirare l'attenzione dello spettatore e di vincere anche prestigiosi premi internazionali: potrebbero bastare queste poche righe per spiegare com'è e cos'è L'inganno di Sofia Coppola. La pellicola della regista newyorkese per certi versi assomiglia a una partita di calcio, ma non una di quelle divertenti ricche di gol e di continui capovolgimenti di fronte, piuttosto una di quelle in cui le emozioni sono poche e si bada maggiormente alla sostanza, a portare a casa il risultato, una di quelle gare in cui la squadra che passa in vantaggio si accontenta di amministrarlo fino al fischio finale dell'arbitro. E come una brava allenatrice Sofia Coppola il risultato lo porta a casa, dosando bene le emozioni e riuscendo a far andare via dal cinema lo spettatore soddisfatto, come il tifoso contento per una vittoria per 1-0 anche se, osando magari di più, sarebbe potuta essere ben più netta.

L'inganno, Sofia Coppola punta su un cast di qualità 

L'inganno è l'adattamento cinematografico al romanzo A Painted Devil (ribattezzato poi The Beguiled) del 1966. Già nel 1971 Don Siegel aveva portato sul grande schermo l'opera letteraria di Thomas P. Cullinan, nel film La notte brava del soldato Jonathan, affidando a Clint Eastwood, Geraldine Page e Elizabeth Hartman i ruoli principali. A distanza di quarantasei anni Sofia Coppola è tornata a rievocare la storia del caporale dell'esercito nordista John McBurney che, trovatosi ferito in territorio nemico (in Virginia) in piena Guerra di Secessione, trova rifugio in un isolato collegio femminile. Il ruolo del soldato protagonista, che fu di Clint Eastwood, ne L'inganno è affidato a Colin Farrell: ancora una volta l'attore irlandese è bravo nel mostrare tutte le proprie qualità artistiche, in particolare nella parte finale del film, quando riesce a manifestare al meglio il cambiamento che subisce il proprio personaggio. Convincenti anche le interpretazioni di Nicole Kidman (ma anche questa non è una novità) e Kirsten Dunst che, un po' come Samuel L. Jackson per Quentin Tarantino, è un punto fermo delle pellicole di Sofia Coppola: l'attrice e la regista hanno infatti lavorato insieme varie volte, prima ne Il giardino delle vergini suicide, poi in Marie Antoinette, successivamente in Bling Ring (dove Kirster Dunst non ha un ruolo da protagonista ma appare in un cameo dove interpreta se stessa) e ora, appunto, in L'inganno.

Sofia Coppola style: L'inganno è una sintesi del lavoro della regista

Come detto in precedenza, L'inganno è come una partita di calcio in cui una squadra, pur senza divertire particolarmente, riesce a vincere e a far contenti i propri tifosi. Se il film riesce in ciò il merito va dato in gran parte a Sofia Coppola. La firma della regista sulla pellicola è evidente per tutta la durata della pellicola: dai ritmi lenti alle scene che ci sono, che ai fini narrativi potrebbero anche non esserci ma che Coppola sa incastrare perfettamente con le altre, passando per i dialoghi a volte surreali. Caratteristiche queste che spesso non fanno apprezzare da tutti i lavori dell'artista newyorkese (premio Oscar nel 2004 per la miglior sceneggiatura originale grazie a Lost in Translation – L'amore tradotto) ma che in L'inganno funzionano, anche perché ben integrate con il quadro generale della pellicola fatto di luci soffuse – quelle delle candele e quelle dei raggi del sole tra la nebbia o che entra dalle finestra del collegio – e i suoni naturali – dal frinio delle cicale ai rumori di una guerra che fa da sfondo alla storia ma che non si vede mai.

L'inganno, nel finale un cinismo da applausi

Qualche riga a parte la merita poi il finale del film, con la propria escalation di cinismo che mette in risalto la voglia, delle abitanti del collegio femminile, di tornare alla propria vita ordinaria dopo la parentesi straordinaria, aperta dal caporale John McBurney, che ha spezzato la continuità data dalla routine dell'attesa della fine delle guerra. Un finale che fa apprezzare ancora di più il film, così come quell'1-0 non particolarmente brillante di cui si parlava all'inizio riesce a soddisfare i tifosi.

Voto: 6

Frase:
“Nessuno rispetta le regole in questa scuola”

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