L'edizione 2024 di Caro marziano, il programma di storie, curiosità e reportage firmato da Pif, è partita il 29 gennaio scorso. Nonostante le poche puntate andate in onda finora nel preserale di Rai3, la terza stagione della trasmissione non convince Aldo Grasso, il decano della critica televisiva italiana. Nel suo consueto editoriale per il Corriere della Sera, il critico fa a pezzi la striscia giornaliera realizzata dall'ex Iena.
Caro marziano, terza stagione bocciata da Aldo Grasso
"Lo abbiamo già scritto: Pif non è più Pif, non è più il cineasta semisconosciuto che, armato di telecamerina e di molta ironia, sapeva regalarci ritratti spiazzanti e insieme deliziosi", commenta Grasso con molta amarezza.
È stato il più formidabile pedinatore della tv italiana, senza mai esibire intenti punitivi o moralistici, mostrandosi anzi complice del pedinato per far risaltare meglio minute osservazioni di costume, stranezze comportamentali, capovolgimenti di senso.
Ora il Pif "attore e cineasta famoso" ha cambiato obiettivo: racconta "vicende planetarie" come il rispetto per la natura, il dramma dell'immigrazione, l'Olocausto e i campi di sterminio.
Non che prima non affrontasse questi temi ma lo faceva in una maniera tanto più "leggera" quanto più efficace mettendo in atto quella sottile arte dello straniamento, quella finta sprovvedutezza che gli ha sempre permesso di stabilire un rapporto empatico con i suoi interlocutori.
Pif, Caro marziano e quel Giovanni Storti inedito
Sotto accusa finisce soprattutto la puntata Il bosco in città con l'intervista a Giovanni Storti e l'attività sensibilizzazione sui temi ambientali. In questo modo, sostiene Grasso, Pif "perde la sua originalità, il suo tocco".
Al Pif sociologo preferivamo il Pif moralista per caso.
Il pubblica la pensa diversamente da Grasso e gradisce la terza stagione di Caro marziano. Pif è ripartito lunedì 29 gennaio dal 5.6% di share (1.22 milioni di telespettatori), migliorando di giorno in giorno gli ascolti: 5.9% di share (1.25 milioni di spettatori) il 30 gennaio, 6.3% (1.3 milioni) il 31 gennaio e 6.1% (1.27 milioni) l'1 febbraio.
