Liam Neeson ha scatenato una feroce indignazione sui social (e non solo) a causa di un'intervista rilasciata all'Independent. L'attore irlandese, star del franchise Io vi troverò e di altri numerosi successi del cinema action, ha presentato Un uomo tranquillo (Cold Pursuit), suspense thriller (al cinema dal 21 febbraio) che lo vede nei panni di uno spazzaneve la cui vita viene sconvolta quando il figlio è ucciso da un potente boss della droga. Una storia di vendetta che gli ha ricordato un episodio personale del passato di cui non aveva mai parlato prima.
Liam Neeson, film diventa realtà: "Volevo uccidere per vendetta"
Neeson era appena tornato da un viaggio quando ha saputo che una sua cara amica era stata vittima di uno stupro. “Le chiesi se conoscesse il responsabile e lei rispose di no”, ha spiegato all'Independent.
“Chiesi di che colore fosse e lei rispose che era un nero. Sono andato in giro con una mazza, forse per una settimana, sperando che qualcuno mi abbordasse, mi vergogno a dirlo, che un 'bastardo nero' uscisse da un pub e provasse a venirmi contro in modo che potessi ucciderlo”.
L'ipotesi di uccidere per vendicare la violenza subita da questa persona a lui cara gli è rimasta dentro per parecchio tempo: “Ci ho messo una settimana e mezzo a superare questa cosa. È stato orribile, davvero orribile, quando penso a quello che ho fatto. Ma ho imparato una lezione”.
Liam Neeson, un uomo tranquillo (più o meno…)
Ricordando ciò che è accaduto per anni in Irlanda del Nord, quelli che sono passati alla storia come i Troubles (il conflitto armato che oppose cattolici e protestanti per trent'anni), Neeson ha ammesso: “Ho conosciuto ragazzi morti in scioperi della fame, persone che erano molto coinvolte politicamente. Capisco cosa sia quel bisogno di vendetta, ma vendicarsi porta soltanto a più vendetta, a più omicidi e l'Irlanda del Nord ne è la prova. Tutta quello che sta succedendo nel mondo, la violenza, ne è la prova. Ma quel bisogno, quell'istinto primordiale, lo capisco”.
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