National Treasure è la serie drammatica ispirata a fatti realmente accaduti, che illustra le vicende di Paul Finchely. Quest’ultimo è un comico molto amato dal pubblico, tanto da essere considerato quasi un patrimonio nazionale. La sua vita cambia drasticamente quando viene accusato di aver molestato sessualmente una ragazzina di quindici anni.
La recensione di National Treasure con Robbie Coltrane
Abbiamo visto il pilot di National Treasure, la serie che racconta il dramma di Paul Finchely attraverso uno sguardo nuovo, volto a mostrare lo stato d’animo dei personaggi presenti piuttosto che l’evento in sé. Gli attori coinvolti, a partire da Robbie Coltrane nelle vesti di Paul, sono riusciti a interpretare i loro ruoli in maniera impeccabile, nonostante alcuni di loro siano poco espressivi o tendano a mantenere la stessa mimica facciale per tutta la durata del pilot. Parliamo di un cambio d’espressività (inesistente) che però non toglie nulla al progetto, perché è in linea con quella richiesta quando bisogna affrontare un ruolo drammatico.
Il protagonista Robbie Coltrane, invece, è perfettamente in parte, merito anche della sua grande capacità di cambiare mimica facciale in base alle esigenze e, quindi, alle situazioni che gli si presentano davanti. Il pilot trova un punto di forza nella colonna sonora, la quale segue in modo incisivo le emozioni e gli accadimenti della serie, riuscendo addirittura a coinvolgere il pubblico emotivamente e a rendere più naturali le interpretazioni degli attori stessi.
Eppure troviamo nella serie un aspetto negativo: il ritmo. Non si può certo dire che National Treasure sia caratterizzato da un andamento incalzante, ma anzi risulta a tratti soporifero. Il progetto, però, mostra non solo il dramma che ha colpito Finchely e la sua famiglia, ma anche quanto i media possano stravolgere la vita di un uomo di successo. Infine non mancano colpi di scena, soprattutto nel caso in cui non si conosca la vera storia del comico, ed emozioni contrastanti.
